Eccoci di nuovo alle urne. Questa volta con più oppositori che nel giugno passato. Una ventina di associazioni attive nel sociale e nel mondo della disabilità si oppone alla modifica della LPAM. Come mai?

Perché discriminante e razzista nei confronti di chi lotta ogni giorno per le pari opportunità e il riconoscimento di un posto dignitoso in questa società. Persone a cui la vita piace, che tra mille difficoltà lavorano, amano, e chiedono solidarietà e accoglienza. Chi non lo desidera?

La specie umana si sta evolvendo da milioni di anni tramandando un patrimonio genetico che si trasforma e adatta sapientemente all’ambiente garantendo la continuità della specie. Vorremmo noi correggerlo in pochi decenni secondo criteri certamente meno scientifici di quanto la natura ha fatto finora? È prudente? È opportuno?

Perché tutta questa fretta di permettere tecniche la cui innocuità a lungo termine non è ancora stata chiarita? Perché questo bombardamento di associazioni mediche che dovrebbero essere obbiettive e prive di partigianeria, per di più con informazioni incomplete e volutamente omissive sulle quali il cittadino non ha possibilità di discernimento?

Perché i medici consigliano l’esecuzione di diagnosi prenatale nelle gravidanze sottoposte a test prima dell’impianto? Forse che non sono sicuri della “perfezione” del bambino?

Perché distruggere sistematicamente il 70% degli embrioni prodotti, anche quelli che non presentano malformazioni, o che “correggeranno” nel tempo le anomalie cromosomiche? Nessuno parla di quanti embrioni sopravvivono alla diagnosi pre-impianto, al congelamento, allo scongelamento; embrioni sani, che appartengono alla nostra specie e costruiscono il patrimonio umano. Sapevate che l’30 % degli embrioni hanno sia cellule sane che cellule malate (mosaicismo), e che sono in grado di sopprimere le cellule malate, sviluppandosi come geneticamente perfetto? Anche quelli vanno sacrificati?

Come mai nessuno dice che nelle gravidanze ottenute da fecondazione in vitro è aumentato il rischio di aborti spontanei, malformazioni congenite, prematurità, gemellarità, problemi neurologici e respiratori dei bambini, malattie metaboliche in età adulta, complicazioni della gravidanza quali gestosi, eclampsia, distacco della placenta?

È veramente questione di progresso della salute, dovere di modernità e di adattamento alle leggi dei paesi confinanti, o non è piuttosto un potenziamento di tecniche redditizie e una spregiudicata corsa all’oro delle lobby della riproduzione?

Non è meglio chiedere una prudente moratoria, almeno per lo screening sistematico delle malattie cromosomiche (6000 casi all’anno), riservando la diagnosi pre-impianto ai pochi casi di malattie ereditarie gravi (50-100 casi all’anno) – come inizialmente voluto dal Consiglio Federale – viste le tante, troppe, questioni irrisolte?

Non abbiamo chiesto una moratoria per organismi geneticamente modificati?

Sosteniamo il referendum contro la modifica della legge LPAM, con un NO, che non è un no al progresso, ma si alla trasparenza e alla chiarezza sulla medicina della riproduzione.

Dr. med. Raffaella Pingitore, Specialista FMH Ginecologia Ostetricia, Lugano