La storia di Mary (nome di fantasia) è quella di una delle tante giovani vittime del traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione. È la vicenda di una ragazza di 17 anni, desiderosa di rifarsi una vita ma finita nelle mani sbagliate. E che ora, dopo alcuni mesi di inferno, grazie all’Associazione Papa Giovanni XXIII è riuscita a fuggire dalla sua schiavitù. Siamo a Ferrara, dove, secondo i dati dell’unità di strada locale dell’Associazione fondata da don Benzi, si contano ogni sera tra le 40 e le 50 donne prostituite, e, tra queste, una decina di possibili minorenni.

Dai dati nazionali, addirittura, emerge come su un totale di 75mila-120mila prostitute, il 37% abbia un’età compresa tra i 13 e i 17 anni. E sono numeri in continuo aumento negli ultimi mesi. Mary si prostituiva su una strada di Ferrara il venerdì, il sabato e la domenica perché minacciata di essere stuprata dai suoi aguzzini. Da quel che ha raccontato a Irene Ciambezi, referente antitratta della Papa Giovanni per l’Emilia, e ad altri volontari nei colloqui svolti, ha deciso di scappare dal suo Paese perché il padre la minacciava.

Un anno fa una “madame” la contatta convincendola ad andare in Libia, dove, da luglio, inizia a lavorare come badante, ma ad agosto fugge nuovamente, causa guerra, imbarcandosi su un gommone diretto in Italia. Un mese dopo, dalla Campania arriva a Ferrara, accompagnata da un suo connazionale, dove fa domanda di asilo politico, e condivide un appartamento con altre due ragazze costrette a prostituirsi. Poi l’incontro con i volontari della Papa Giovanni. Mary prende coraggio, a novembre inizia a chiamare il numero che le hanno lasciato: la notte stessa per chiedere aiuto, poi di nuovo cinque giorni dopo, il giorno precedente al primo appuntamento, per assicurarsi che fosse confermato, e a gennaio. In tutto con gli operatori e i volontari della Papa Giovanni XXIII svolge tre colloqui.

Durante questi incontri è combattuta se rischiare quella speranza di libertà, o continuare la propria tortura sulla strada. Mary ha paura anche per la propria famiglia in Nigeria, sotto ricatto nel caso lei faccia i nomi della madame e dei suoi complici. Ora che è più serena, forse potrà anche farli, dando così un ulteriore contributo alla liberazione di chissà quante altre donne. Prima, però, i suoi stessi familiari devono essere protetti, grazie all’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e alla sua sede a Lagos, in Nigeria, che provvederà a portarli in una località segreta.

Mary viene accompagnata da alcuni operatori dell’Associazione fuori dal territorio ferrarese, dove può iniziare una nuova vita, accolta in una casa famiglia a indirizzo segreto. Mary è la terza 17enne aiutata negli ultimi due mesi a Ferrara. Numeri di certo inferiori rispetto a città come Bologna o Modena, ma che dicono molto su quanto, ovunque, si stia abbassando sempre più l’età media delle ragazze costrette a prostituirsi.

(Avvenire)