Lui si chiama Frank Stephens e ha la sindrome di Down. Durante il congresso organizzato dal senato degli Stati Uniti d’America per discutere dei fondi destinati alla ricerca medica, Frank ha spiegato al mondo intero perché la vita di una persona affetta da sindrome di Down è degna di essere vissuta come quella di una persona normale.

In un sondaggio su circa 1000 genitori per capire per quale motivo avevano deciso di non interrompere la gravidanza nonostante lo screening avesse rilevato la positività per la sindrome di Down del nascituro ha dato i seguenti risultati:

  • 3 su 10 hanno detto che la loro vita è migliorata e che avevano incrementato in maniera positiva loro attitudine verso la società. 
  • 1 su 5 ha affermato che conoscere qualcuno con la sindrome di Down ha avuto su di loro una grande influenza (positiva). 
  • 1 su 3 ha citato convinzioni religiose anti-aborto. 

La maggior parte ha riferito che si sono sentiti supportati dalla loro famiglia e dagli amici e ha considerato il fatto che il futuro (per i figli Down)sarebbe stato migliore rispetto alle condizioni presenti.  In particolare, un genitore ha affermato: ”Non riesco a concepire l’idea di essere umano perfetto e trovo l’idea di selezionare un bambino piuttosto che un altro semplicemente orribile” un altro asserisce: “Ho sentito un forte senso di responsabilità verso mio figlio non nato (nel caso avesse scelto l’interruzione di gravidanza) e sapevo che l’avrei amato e gli avrei donato tutti i bisogni aggiuntivi dei quali avrebbe avuto bisogno. Sapevo che avrei potuto contare sui miei amici e sulla mia famiglia”.

(dal Web)