Hans Peter Dentler è uno psicologo tedesco in pensione di 70 anni che da oltre 15 offre aiuto e speranza ai disabili di tutto il mondo, donando loro sedie a rotelle che li aiutano ad essere più indipendenti. “La mia filosofia e la mia idea è quella di migliorare la qualità di vita di queste persone”, ha affermato. Insieme a un gruppo di 30 volontari e collaboratori sistema apparecchiature in disuso che giungono in dono appositamente da tutta Europa e vengono poi portate nei luoghi in cui sono più necessarie.

Ma cosa ha portato Hans Peter Dentler a svolgere questo servizio?

Anni fa, quando lavorava in Sri Lanka come volontario in un ospedale, l’ultimo giorno stava scattando delle fotografie da un treno in movimento quando non si è accorto che ne stava arrivando un altro dal senso opposto. Una donna lo ha tirato via, salvandogli la vita, e da allora ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare i più bisognosi.

In Sri Lanka lo psicologo ha conosciuto Cecilia, una bambina di tre anni senza braccia e con le gambe atrofizzate. Tornato in Germania, Dentler ha iniziato a cercare una sedia a rotelle elettrica per permetterle di spostarsi, e da allora non ha più smesso. Oggi Cecilia ha 17 anni e lavora come fotografa grazie a lui.

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L’attività solidale dello psicologo tedesco è iniziata nel 1999, e nel 2001 è stato avviato il programma “Sedie a rotelle per i più poveri tra i poveri”, con cui ha contribuito a migliorare la vita di 30.000 disabili di Afghanistan, Sri Lanka, Malesia, Ruanda, Burundi, Togo, Congo, Nicaragua, El Salvador, Bolivia, Perù, Serbia, Romania, Turchia e Kenya, offrendo loro sedie a rotelle, deambulatori, bastoni, protesi per gli arti inferiori e stampelle.

In Perù è la Caritas che consegna gli aiuti offerti da Hans Peter Dentler. 10 Caritas diocesane si incaricano di selezionare ciascuno dei beneficiari e di inviare un rapporto in Germania, di modo che l’aiuto arrivi in base alle necessità di ogni persona.

Il progetto è finanziato da donatori di tutta la Germania. Con le donazioni, Hans paga i costi di trasporto e il lavoro di alcuni collaboratori, mentre il denaro che serve per compiere i suoi viaggi internazionali esce tutto dalle sue tasche.

“Vedere i bambini che sorridono, che camminano, mi dà grande gioia, mi aiuta e mi dà motivazione”, ha confessato.

(Aleteia.org)