Lo scienziato Robert Edwards (iniziatore del percorso di fecondazione umana artificiale) disse: «La gente dice che la diagnosi preimpianto è costosa. Ma io rispondo: qual è il prezzo di un bambino disabile che nasce? Qual è il costo che ognuno deve sopportare? È una prova terribile per tutti, e il peso economico per la collettività è immenso. Per una diagnosi preimpianto, a confronto, servono davvero pochi soldi». Mi spaventò, e nello stesso tempo vidi con chiarezza, che quello che ci vendevano come morale e buono era solo una faccenda di costi. Quindi anche l’eutanasia, perché da allora è diventato per me evidente il filo rosso che congiunge tutto questo […]

Ci assedia ormai strettamente un’ideologia plumbea che associa sempre di più alla morte e non alla vita l’idea di diritto e di libertà. Una chiara e rivoltante questione di costi, di soldi spesi e incassati, di affari organizzati. Non smetto di credere che l’auspicabile, vasto ed efficace sussulto di consapevolezza arriverà, prima o poi. […] Nessun uomo e nessuna donna hanno prezzo, e nessuna bambina e nessun bambino. E nessun costo rende la vita indegna di essere vissuta, curata, rispettata.

I signori di «questa economia che uccide» e dei bilanci pubblici nei quali i numeri contano in assoluto più delle persone, i falsi profeti delle libertà senz’anima e dell’egoismo soprannominato «ordine» possono e potranno provare ad attutire anche la nostra voce, ma non arriveranno mai a farci tacere e acconsentire. E soprattutto non riusciranno a smentirci. Nessuna vita, che si creda o meno, può essere ridotta al suo costo e in base a questo decisa e recisa.

(estratti da Avvenire)