Solo un terzo delle famiglie in Europa ha figli; in termini assoluti, 65,6 milioni su 220. Tra tutti i Paesi europei, il record di famiglie con prole a carico va all’Irlanda (4 nuclei su 10), seguita da Cipro e Polonia (entrambi al 38%). Povere di figli, al contrario, sono le famiglie tedesche e finlandesi: due su 10 hanno bambini (per l’esattezza 22%). Di tutte le famiglie con bambini, quasi la metà (47%, pari a 31 milioni) ha un solo figlio da mantenere.

La fotografia è stata tracciata dall’Eurostat, l’Istituto di statistica europeo, alla vigilia della Giornata globale dei genitori, indetta dall’Onu nel 2002, che si celebra il 2 giugno. E purtroppo il futuro sembra segnato, a scorrere i dati dell’Eurostat, visto il gran numero di famiglie senza figli (uno su tre) e di quelle con un solo figlio (31 milioni). I dati si riferiscono a figli sotto i 15 anni e a tutti quelli tra i 15 e i 24 anni che ancora dipendono dai genitori). Le uniche eccezioni sono l’Olanda, la Svezia, l’Irlanda e la Danimarca, dove la percentuale di famiglie con due figli è più alta. Le famiglie numerose, cioè quelle con 3 figli o più, in molte parti d’Europa sono in via d’estinzione.

Dei 65,6 milioni di famiglie con figli ancora in casa, poco meno della metà, cioè 31 milioni, ha solo un figlio. 26 milioni ne hanno due e solo 8,5 milioni tre o più. Il fenomeno dei genitori single è particolarmente diffuso nei Paesi del Nord Europa: 1 su 3 in Danimarca, Lituania, uno su 4 in Svezia, uno su 5 in Gran Bretagna, Francia e Lettonia. La coppia tiene di più in Paesi come la Croazia (5 per cento), la Romania (7 per cento), la Grecia e la Slovacchia (8 per cento). In generale, il 15 per cento delle famiglie con figli è monoparentale.

Il richiamo del Papa
«L’Europa continui ad avere come suo tesoro più prezioso la famiglia». È il richiamo che giunge da papa Francesco al continente di fronte alle difficoltà che oggi lo segnano e che riguardano anche l’istituzione familiare. Francesco ricorda che le famiglie «non sono pezzi da museo», ma rappresentano un «lievito che aiuta a far crescere un mondo più umano, più fraterno, dove nessuno si senta rifiutato o abbandonato». E indica loro tre compiti: il «sostegno alle nuove generazioni», l’«accompagnamento nelle strade tante volte accidentate della vita» e l’essere «guida che mostri riferimenti di valori e di significati nel cammino di ogni giorno».

Francesco parla della famiglia come di «buona notizia» e scuola di «comunione, motore della vera umanizzazione e dell’evangelizzazione» dove si pratica la «cultura dell’incontro» in grado di valorizzare «l’unità nella differenza, la reciprocità, la solidarietà tra le generazioni». Si tratta di un «capitale familiare» – sottolinea il Papa – che «è chiamato a impregnare le relazioni economiche, sociali e politiche del continente europeo».

Emergenza denatalità. È una crisi che tocca tutti gli Stati europei o c’è qualche segnale in controtedenza?
L’inverno demografico tocca tutta l’Europa, ma è come se non esistesse. Ai massimi livelli Ue non se ne parla mai. Tanto più grave perché qualsiasi politica familiare non ha effetti che a lungo termine. Nondimeno la presa di coscienza esiste e in alcuni Paesi si evidenziano i primi risultati. La Macedonia ha invertito la tendenza, la Polonia ha varato misure di sostegno alle famiglie numerose, l’Ungheria ha aperto il cantiere per una politica familiare globale. Ma ci sono anche situazioni locali che lasciano ben sperare. In Italia, come bene sapete, esistono alcuni Comuni e Regioni che hanno avviato politiche familiari interessanti.

Perché tanta fatica a capire che “famiglia” vuole dire “bene comune”?
Perché troppo spesso si resta a livello di dichiarazioni di intenti che non si traducono in azioni concrete. Spesso la giustificazione nasce da motivazioni economiche. Non ci sono i fondi. Eppure una politica familiare globale non è fatta solo di misure economiche ma anche di un quadro legislativo favorevole al matrimonio (su cui la famiglia è fondata), dal riconoscimento del primato dell’educazione (che è la sua ragione d’essere) e di un clima culturale che sostiene il suo sviluppo. Si è spesso lontano dal cammino che si dovrebbe prendere.

(sintesi di alcuni articoli di Avvenire)