Dopo essersi espresso sull’articolo costituzionale sulla diagnosi preimpianto (DPI) – approvato lo scorso 14 giugno con il 61,9% dei consensi – il popolo dovrà anche votare sulla relativa legge d’applicazione. La cancelleria federale ha infatti comunicato che il referendum è formalmente riuscito. Delle 58.634 firme consegnate, 58.112 sono infatti risultate valide. L’articolo costituzionale sulla DPI dà il via libera di principio ai medici affinché possano esaminare gli embrioni prima di impiantarli nell’utero: questo per verificare l’eventualità della trasmissione di malattie o handicap gravi.
Le limitazioni e le regole da rispettare sono contenute nella legge LPAM approvata dal parlamento nel settembre 2014 e pubblicata dal Consiglio federale sul Foglio ufficiale nel settembre di quest’anno (una volta ufficializzato l’esito della votazione sul nuovo articolo costituzionale). Il Governo voleva inizialmente riservare la DPI solo alle coppie con predisposizione per gravi malattie genetiche, mentre il Parlamento ha deciso di permettere il test di tutti gli embrioni. Contro le nuove disposizioni sono state mosse critiche da varie direzioni.
Il Partito evangelico si è fin da subito opposto alla legge, sostenendo che bisogna evitare che la diagnosi preimpianto possa essere utilizzata in maniera arbitraria e senza limiti, con il rischio che innumerevoli embrioni vengano distrutti. Anche la società civile si è mossa, all’insegna del motto «dare la preferenza alla diversità invece che alla selezione»: diverse organizzazioni, in special modo di handicappati, sostengono che ne va della pluralità della società: occorre lasciare spazio anche ai disabili.