Dunque con Bergoglio è finita la «guerra fredda bioetica»? Nella «Chiesa povera per i poveri» del Pontefice argentino non c’è più spazio per «i principi non negoziabili» e per una veemente «promozione della cultura della vita»? Ha ancora senso parlare «di contrapposizione tra cattolici e laici»? Sono le riflessioni del volume Bioetica cattolica e bioetica laica nell’era di papa Francesco – che cosa è cambiato? di Luca Lo Sapio, con un saggio del filosofo Giovanni Fornero (Utet). 

Quest’ultimo illustra i due «paradigmi» del magistero ecclesiastico e del pensiero secolare, ossia le idee-guida con cui ci si rapporta a questi temi. Ecco quindi «il cardine» per la Chiesa: «La sacralità e indisponibilità della vita, in virtù del suo carattere creaturale e “teomorfo”, cioè della sua provenienza da Dio». Dall’altra parte, il privilegio della qualità dell’esistenza e, di conseguenza, la «disponibilità della propria vita e del proprio corpo» riguardo a nascita, salute e morte.

Lo Sapio si interroga su che cosa rimanga oggi di questo conflitto che ha avuto ripercussioni nella cronaca e nella politica del nostro Paese (leggi su divorzio e aborto, referendum sulla fecondazione assistita, polemiche sui casi Welby ed Englaro, testamento biologico).

Alcuni episodi «farebbero pensare – rileva lo studioso – che la bioetica, strategica fino a pochi anni fa per le gerarchie vaticane, avrebbe perso la sua posizione centrale» e che lo scontro «tra cattolici e laici sarebbe venuto meno». Questo perché l’apertura all’ascolto del Papa, la sua scelta di uno stile comunicativo diretto, «poco propenso a richiami costanti alla dottrina, l’apparente diminuzione di frequenza e intensità degli interventi sulle “questioni bioetiche” e la messa a fuoco di tematiche come la crisi ecologica, l’emarginazione sociale e la povertà» paiono indicare «itinerari differenti rispetto al passato».

Attenzione però, perché – è la tesi di questo volume – non si deve pensare che l’opposizione sia finita: «Si presenta entro una cornice differente», sì, «ma non si è certo eclissata». Poiché se è vero che Francesco – anche sottolineando come «tutti, credenti e non credenti, siamo alla ricerca della verità, e non possiamo dare nulla per scontato» – sta «aprendo nuovi sentieri per il mondo cattolico», allo stesso tempo «tali sentieri e, più in generale, l’azione del Pontefice non possono essere compresi se non a partire dai principi di sacralità e indisponibilità della vita». Nessuna «fuga in avanti» del Papa dunque.

La realtà è che questa sensazione di «distensione bioetica» potrebbe condurre al superamento di alcuni steccati, rendendo così possibile una stagione di vero dialogo, basato sulla centralità della persona dal punto di vista sia materiale sia spirituale.

(Vatican Insider)