Un contributo apparso sul “The new england journal of medicine” (NEJM)  si occupa dell’evoluzione del diritto all’obiezione di coscienza nella medicina moderna. Gli autori si allarmano per il fatto che fin dagli anni settanta le leggi statunitensi tutelino troppo questo diritto dei singoli operatori sanitari: questi possono rifiutarsi di partecipare a trattamenti contrari alle loro convinzioni religiose o morali. Nell’articolo si sostiene che la responsabilità etica del medico imponga di anteporre il benessere del paziente alle proprie convinzioni. Dove vi sia conflitto, sarebbe bene che il medico si scegliesse campi professionali liberi da questi conflitti (come la radiologia), oppure cambiasse mestiere (“nessuno è obbligato a essere medico, infermiera, farmacista…..”). Le situazioni nelle quali il diritto all’obiezione di coscienza risulta particolarmente irritante per gli autori sono l’aborto, la cura delle dipendenze, la chirurgia di riassegnamento di “genere”, la contraccezione. Per ora, stante il dibattito etico in corso, nell’articolo si ammette l’obiezione di coscienza riguardo al suicidio assistito. La conclusione è che le società mediche debbano “affermare la moralità del ruolo professionale e articolare autorevolmente gli standards etici professionali ai quali tutti gli operatori sanitari devono aderire”.

Bisognerà essere vigili sulle ricadute future di questo e altri tentativi di limitare il diritto alla obiezione di coscienza. Nella nostra realtà, l’art. 18 della legge sanitaria cantonale garantisce che ”nessun operatore sanitario può essere tenuto ad effettuare o partecipare a prestazioni o terapie incompatibili con le proprie convinzioni etiche o religiose”. Pur con due limitazioni (non si può, con l’obiezione “compromettere l’esecuzione di prestazioni o terapie da parte della struttura sanitaria ove sii opera”;  e soprattutto l’obiettore “deve segnalare la propria posizione di obiettore prima di una eventuale assunzione”) questo diritto finora è sopravvissuto, anche alla recente revisione della legge sanitaria. E’ un bene, tutelato dalla legge, del quale dobbiamo essere consapevoli.

(Dr. med. Fabio Cattaneo, Medicina & Persona)

Leggi l’articolo originale (Sounding board: Physicians, not concripts: conscientious objection in health care – NEJM 376;14.1380-1385)