Pubblichiamo di seguito l’intervento che S.E. Mons. Ivan Jurkovič, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, che ha pronunciato il 23 maggio scorso alla 70° Assemblea Mondiale della Sanità.

1. La delegazione della Santa Sede riconosce che la promozione della salute è un aspetto fondamentale del progresso dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e rappresenta altresì una componente necessaria per la stabilità socio-economica. È stato giustamente osservato che “i sistemi sanitari deboli continuano ad essere un ostacolo in molti Paesi, con conseguente carente copertura anche per i servizi sanitari più basilari”1. Le attuali sfide globali emergenti per la salute richiedono sistemi sanitari migliori che siano in grado di offrire interventi efficaci e accessibili per la prevenzione e le cure per tutti, in particolare per le persone più bisognose, in estrema povertà e più disagiate delle nostre società, inclusi i migranti e i rifugiati, che rappresentano un preoccupante segno dei nostri tempi. Tutto ciò è in linea con la promessa secondo cui “nessuno verrà trascurato”2. Come ha osservato Papa Francesco, “la misura e l’indicatore più semplice e adeguato dell’adempimento della nuova Agendaper dello sviluppo sarà l’accesso effettivo, pratico e immediato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili”3. Sistemi sanitari forti e resilienti sono infatti un elemento chiave per raggiungere gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile, che tendono soprattutto ad assicurare vite sane e a promuovere il benessere per tutti, a tutte le età4.

Gli sforzi messi in atto a livello nazionale per costruire sistemi sanitari migliori richiederanno certamente una guida tecnica continua da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nonché il sostegno dei partner per lo sviluppo al fine di superare la mancanza di disponibilità finanziaria nel campo della salute. In più, oltre ad infrastrutture forti ed affidabili, i sistemi sanitari devono porre la persona umana e i suoi bisogni fisici, emotivi e spirituali, al centro della cura fornita, nel pieno rispetto della sacralità della vita umana in tutte le sue fasi e della dignità di ogni persona5.

2. Signor Presidente, quando gli Stati si impegnano nella pianificazione, nell’investimento e nell’attuazione di misure per favorire lo sviluppo di infrastrutture di qualità e la creazione di sistemi sanitari resilienti, è importante che i governi centrali non si concentrino soltanto su sistemi direttamente coordinati e gestiti da istituzioni statali, ma che abbiano un approccio inclusivo che abbracci tutti i principali stakeholder, in particolare le organizzazioni religiose il cui contributo alla fornitura di servizi sanitari è fondamentale6. Infatti in molti Paesi le organizzazioni religiose e le altre istituzioni basate sulla fede assumono una responsabilità significativa per i sistemi sanitari e devono pertanto essere incluse nella formulazione di politiche in materia. Devono inoltre avere accesso a risorse adeguate per garantire la forza e la capacità di tali attività nei settori religioso e non governativo.

3. Infine, Signor Presidente, un sistema sanitario ben funzionante deve avere tra le altre cose una fornitura affidabile di medicinali e tecnologie. Tuttavia, la situazione effettiva, come emerge dal Rapporto del Segretariato sui progressi compiuti nell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, per quanto riguarda l’accesso a medicinali essenziali selezionati, richiede azioni decise da parte della comunità internazionale. Si registra che la disponibilità media di farmaci essenziali selezionati è solo il 56% nel settore pubblico dei Paesi a reddito medio-basso. Inoltre, “l’innovazione per i nuovi prodotti rimane lontana dalle esigenze sanitarie di quanti vivono nei Paesi in via di sviluppo … e appena l’1% di tutti i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo sanitario è destinato a malattie che interessano prevalentemente i Paesi in via di sviluppo”7. Dobbiamo instaurare partnership che consentano di allineare la ricerca e lo sviluppo in ambito sanitario alle richieste e alle esigenze globali della salute, al fine di garantire un maggiore accesso ai farmaci essenziali per tutti. Come ha affermato Papa Francesco: “La salute, infatti, non è un bene di consumo, ma un diritto universale per cui l’accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio”8. A questo proposito, il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale sta organizzando una Conferenza Internazionale sul tema “Affrontare le disparità globali in materia di salute“, che si svolgerà in Vaticano, dal 16 al 18 novembre 2017. La vostra partecipazione sarà particolarmente gradita.

(vatican.va)

1 WHO, Progress in implementation of the 2030 Agenda for Sustainable Development, Report by Secretariat, A70/35, n. 3.

2 Assemblea Generale delle Nazioni Unite, risoluzione 70/1 del Settembre 2015, dal titolo Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, preambolo par .2

3 Papa Francesco, Discorso durante l’incontro con i Membri dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Sede delle Nazioni Unite, 25 settembre 2015.

4 SDG, 3.

5 Cfr. Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Lettera del 25 settembre 2016 dell’Osservatore Permanente della Santa Sede al Segretario Generale delle Nazioni Unite, A/71/1430, nn.17-19.

6 Attualmente la Chiesa cattolica ha oltre 116.000 istituzioni sociali e sanitarie in tutto il mondo. Cfr. Annuario Statistico della Chiesa 2015, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2016, pp. 355-365.

7 WHO, Progress in implementation of the 2030 Agenda for Sustainable Development, Report by Secretariat, A70/35, n. 28.

8 Francesco, Discorso a Medici con l’Africa – CUAMM, 7 Maggio 2016.