Un gruppo di fedeli della Fraternità San Pio X si riuniva nella cappella del Centro ospedaliero universitario del Canton Vaud, ma la direzione del nosocomio interviene: niente più incontri di preghiera. 

Una preghiera ogni tredicesimo giorno del mese nella cappella ecumenica posta all’ottavo piano dell’Ospedale universitario di Losanna (CHUV): è questa l’iniziativa intrapresa da alcune persone della Fraternità San Pio X di Ecône in Vallese per ribadire il proprio sì alla vita e quindi per pregare per coloro che invece scelgono all’interno della struttura ospedaliera di praticare l’aborto.

Un’iniziativa che però, dopo un articolo apparso su Le Temps, ora viene contrastata dalla direzione dell’ospedale. Il direttore del CHUV Pierre-François Leyvraz ha affermato: «C’è una legge che garantisce il diritto all’aborto. Non possiamo accettare che alcuni individui la contestino all’interno delle nostre mura». Leyvraz ha scritto alla Fraternità San Pio X di Ecône per chiedere di togliere l’appuntamento mensile dalla loro agenda.

La cappella verrà addirittura chiusa ogni mese al momento previsto per la preghiera. Una risposta, quella dell’ospedale, che lede in modo evidente la libertà di coscienza e di religione; libertà fondamentali iscritte nella nostra Costituzione.

(GdP)