Altro che rivedere l’Humanae Vitae. Altro che mitigare i no. Altro che venire incontro alle esigenze del mondo. Io credo che sia arrivato il tempo di una sorta di vendetta dell’enciclica di Paolo VI. Cinquanta anni fa gli ci era voluto un gran coraggio per promulgarla, erano gli anni della liberazione sessuale, della diffusione della contraccezione di massa, dell’utero è mio e me lo gestisco io. Erano gli anni in cui ci siamo bevuti tutte le bugie e le promesse di chissà quale felicità. Oggi quelle promesse mostrano tutto il loro misero fallimento. Non siamo affatto più felici.
Siamo solo più soli e più vecchi, con i figli che nascono sempre di meno e i cuori che si chiudono sempre di più all’egoismo. Per questo credo che il titolo che mi è stato proposto per questo intervento – “il centuplo quaggiù” – sia perfetto: è proprio questo il punto su cui fare leva per rilanciare l’Humanae Vitae. La proposta della Chiesa sicuramente chiede qualcosa, ma dà infinitamente di più. E l’alternativa che il mondo offre è davvero poca cosa. E’ un peccato che la Chiesa arrivi come al solito a saldi finiti. Così mentre il mondo si lecca le ferite dovute anche alla liberazione sessuale, la Chiesa arriva con un ridicolo ritardo a dire “ah, no, aspettate, forse qualche volta la contraccezione va bene”, e lo dice a gente – la maggioranza anche di quelli che vanno in Chiesa – che ne fa uso abituale, tranquillo, senza porsi neppure il problema. E via a istituire commissioni che fanno cavilli ed eccezioni, e dicono che sì, qualche volta si può, e Albino Luciani lo aveva detto (peccato poi che Paolo VI dopo averlo ascoltato decise in senso contrario, e il magistero della Chiesa rimane quello, e Papa Francesco invita solo a riscoprire HV). Gente di Chiesa un po’ triste, che pensa che abbassando l’asticella aumenti il gradimento, come se stesse proponendo l’iscrizione a un’associazione ludica e non la Verità e la vita eterna (e comunque le proposte più radicali sono anche numericamente le più attraenti).
La vulgata vuole che “gli altri” quelli “fuori” si divertano molto di più, mentre i poveri cattolici sono tristi e repressi. D’altronde è sempre stata questa la tattica del nemico. Ne Le lettere di Berlicche il protagonista scrive al suo discepolo che “se gli uomini scoprono che Dio è un oceano di piacere infinito siamo finiti”.
Gli effetti negativi del modo mondano di vivere la sessualità sono talmente tanti che ci vorrebbero giorni per enunciarli. Per me è evidente come l’introduzione della contraccezione, cioè della separazione tra sessualità e possibilità di dare la vita, sia stato il fatto che ha inciso di più sulla modernità, almeno dalla fine della seconda guerra mondiale. E’ un evento davvero epocale. I legami sociali, la denatalità, l’instabilità familiare, la solitudine dei bambini e la loro scarsa capacità di relazione, e poi le dipendenze, un modo di consumare insano e basato sull’induzione di falsi bisogni, la liquidità sociale… Insomma sono davvero incredibilmente ampie e complesse le conseguenze di chi adotta un modello di relazione contrario a Humanae Vitae.
A me preme sottolineare (a parte la ritenzione idrica dovuta alla pillola), principalmente due aspetti. Prima di tutto l’infelicità personale, affettiva. Il nostro cuore è fatto per legami stabili e fecondi, è quello che tutti vogliamo, in modo più o meno consapevole. Solo che spesso non abbiamo l’educazione affettiva necessaria a questo, serve un lavoro su di noi da fare, e ci beviamo tutte le balle sull’amore romantico, sulle emozioni, sulla libertà, dimenticando che certe regole sono una custodia per noi, non un impedimento: il cuore dell’uomo ferito dal peccato originale ha bisogno di non essere lasciato totalmente solo all’inseguimento dei suoi piaceri. E come ho letto da poco in un romanzo rosa, non dimentichiamo il comma 32: a 32 anni devi avere la garanzia di avere trovato il padre dei tuoi figli, te lo deve mettere nero su bianco, altrimenti fra poco ti arriverà una mail in cui ti ringrazia di averlo aiutato a scoprire cosa davvero voleva nella vita visto che la sua nuova compagna è incinta di due gemelli. Ovviamente è una stupidaggine (e comunque 32 sono troppi! se possibile meglio prima), ma c’è un fondo di verità in quello che scrive l’autrice (Allison Pearson): l’uomo si muove solo per del sesso o del cibo – prosegue l’autrice con una semplificazione grossolana ma non del tutto sbagliata – , e perché comprare una mucca, come diceva Paul Newman, se puoi avere sempre il suo latte gratis?
La lamentela femminista si incentra sempre sulla inaffidabilità e la prepotenza maschile, ma sono poi le stesse donne che reclamano la contraccezione, senza realizzare che è proprio la pillola che loro prendono a permettere agli uomini di essere più egoisti e più inaffidabili.
Il secondo punto che mi preme moltissimo sottolineare è come la mentalità di chiusura alla vita abbia cambiato anche il rapporto della donna con il mondo del lavoro: le donne sono state talmente ingannate da decidere di combattere per lavorare come schiave, spesso con stipendi inadeguati, comunque di certo non paragonabili a quello che hanno lasciato, cioè la loro casa e i loro figli. Spesso anzi hanno rinunciato a farne, a volte in nome di una presunta autorealizzazione, altre volte neppure quella: come la cassiera del supermercato con cui parlavo l’altro giorno, che lavora per pagare il mutuo e le vacanze col compagno e i figli non li vuole perché non ha tempo. Non ha tempo perché deve lavorare alla casa dodici ore al giorno? Che bugie che ci siamo bevute! Se le donne non usassero la contraccezione sarebbero costrette dalla vita stessa a cambiare tutto, e prima di tutto il loro cuore, perché è questo che fa Humanae Vitae, educa il cuore.
Quando uscì l’enciclica fu una pietra di inciampo, certo, ma adesso il suo valore profetico è innegabile. Me lo vedo Paolo VI che dal cielo guarda con gioia a quello che ha fatto e a tutte le accuse che si è preso… Continuo a vedere la bellezza che la sua enciclica più discussa diffonde intorno a sé, e mi addolora e mi stupisce il fatto che la Chiesa non la annunci dai tetti delle case, o peggio si metta a far cavilli per vedere quando si possano fare eccezioni: è ovvio che le eccezioni ci siano, ma è roba da confessionale, da capire uno a uno col confessore, non da annunciare in conferenze pubbliche, quando la gente da tempo fa come vuole nel campo della sessualità. E’ come andare in un bar dove tutti sono ubriachi a spiegare che ogni tanto un sorso di vino fa bene.
Per questo, per aiutare i pastori coraggiosi ad annunciare la bellezza della proposta della Chiesa ho lanciato una proposta dal mio blog, ho chiesto ai lettori di raccontare come HV avesse salvato o cambiato in meglio (o in peggio) la loro vita. Nessuno, adesso che ci penso, mi ha raccontato di essersi pentito per avere obbedito. Tutti raccontano di una grande bellezza. Ecco solo alcune delle storie che mi sono arrivate, ma ce ne sono molte altre sul blog e molte che non sono ancora riuscita a pubblicare (dovrei avere tre o quattro vite per star dietro a tutto). Intanto ringrazio tutti quelli che hanno messo a disposizione della Chiesa la loro esperienza, e ringrazio voi che mi date la possibilità di diffonderla.
Scelgo per cominciare questa storia, per mostrare che non bisogna essere perfetti per provare a vivere secondo quanto la Chiesa propone: ci si può anche arrivare piano piano. Si può cadere e ripartire…
Una ‘paura’, instillata non so da chi e da cosa, ci ha condotto all’uso della contraccezione dopo la nascita del nostro secondo figlio. Rapidamente, senza che neanche ce ne accorgessimo, ci siamo trovati a percorrere vite parallele che in alcun modo vivevano almeno l’aspetto di unione del matrimonio. Il passo verso la separazione era già a portata di mano: io ero già seduta nello studio di un avvocato .
I nostri giorni erano segnati da incomprensioni e silenzi, anche senza liti eclatanti….eppure avevamo tutto: una bella casa, il lavoro sicuro , due figli!
Neanche la Chiesa attraverso i suoi pastori, ci aiutò: ci dicevano che dopo i miei due cesarei era giustificato ricorrere alla contraccezione, ma io non mi sentivo mai rassicurata totalmente.
Un giorno, camminando un po’ persa dietro alla mia tristezza , incontrai una mia vecchia catechista ; fu facile raccontarle la storia triste che stavo vivendo e scaricare tutta la mia angoscia.
Oggi dico che il Signore mi ha inviato un angelo, che mi ha mostrato la via per salvare il mio matrimonio: lei mi invitò a conoscere i metodi naturali di osservazione della fertilità. …Il nostro matrimonio è cresciuto e si è fortificato e oggi so veramente cosa significa essere in comunione con mio marito, cosa significa essere sposi perché abbiamo imparato a donarci completamente. Noi testimoniamo la nostra storia anche ai nostri figli, ormai grandi, che ricordano bene quei tempi di sofferenza e la gioia che piano piano l’ha distrutta e ha rigenerato la nostra famiglia.
Ringrazio la Chiesa, che è stata per me Madre e Maestra attraverso Paolo VI, nonostante la mancanza di chiarezza di alcuni dei suoi pastori.
Anche questa coppia mostra come una gradualità sia possibile
Siamo sposati da 42 anni. Abbiamo 5 figli. Dopo anni di contracettivi abbiamo scoperto la bellezza dei metodi naturali. E’ stato un cambiamento radicale nel nostro “donarsi”. E’ un metodo sicurissimo, ma al di là di ciò si vive un rapporto che ti fa capire cosa significhi “…e i due saranno una carne sola…” sicuramente da divulgare, far comprendere, conoscere nell’ambito formativo durante il corso in preparazione al matrimonio.
Questa coppia, come quella della prima testimonianza, racconta come qualcosa di molto pericoloso si può infilare in una coppia anche cristiana che anche per motivi ragionevoli cede alla contraccezione.
Dopo 4 figli tutti nati per parto cesareo io e mia moglie spaventati per le possibili conseguenze di un quinto cesareo ci siamo completamente chiusi alla vita non fidandoci neanche dei metodi naturali. In pochi anni il nostro matrimonio e la nostra vita spirituale sono deperiti, avevamo chiuso la fonte delle grazie del sacramento! Quando il Signore è intervenuto a salvare il nostro matrimonio a rotoli abbiamo capito dove eravamo stati ingannati e siamo tornati ad applicare l’Humanae Vitae e i metodi naturali……e il nostro matrimonio è rifiorito.
Ancora una testimonianza in questo senso.
Ho incontrato l’Humanae Vitae quando avevo 21 anni e stavo per sposarmi, il mio primo pensiero è stato: lo facciano i vescovi visto che a loro piace tanto. Poi il 20 maggio 1979 è arrivato il grande giorno e io 19 ho cominciato a prendere la pillola, così è cominciato il mio matrimonio cristiano! Dovevamo pur “divertirci” prima dell’arrivo dei figli! Dopo cinque anni e due figli non avevamo più niente da dirci e da condividere tanto meno avere altri figli l’argomento era proprio chiuso, la spirale fu il mezzo di chiusura. Allora il Signore, del quale mi riempivo la bocca ma che non conoscevo ha mandato degli angeli per annunciarmi il kerigma a me che ero morta e pensavo che la mia vita non potesse avere più sorprese. Da lì la vita è stata tutta una avventura impressionante, dopo circa un anno io e mio marito ci siamo aperti alla vita e anche il matrimonio è rinato, abbiamo sperimentato che cosa vuol dire essere una sola carne, il Signore ci ha regalato altri dieci figli cinque con noi altri cinque in cielo con Lui.
Oppure questa:
Da due anni io e mio marito da 14 anni sposati, con due figli, ci mettiamo nelle mani di Dio… e da quando lasciamo a Lui l’ultima parola…siamo molto più felici!
Vivere la sessualità senza contraccezione la rende un territorio “tremendo” in senso etimologico, molto più eccitante e avventuroso… Aggiungo e concludo che a volte è proprio la paura che ci fa capire quanto importante sia quello che facciamo e quello che abbiamo. Ci fa capire quanto siamo disposti a rischiare pur di preservare quello che ci è stato donato e che ci santifica ogni giorno. Se togliamo la paura ci afflosciamo su noi stessi, ci “scamorziamo” (termine tecnico derivante da scamorza, noto latticino periforme un po’ ripiegato) e la vita è sempre uguale e monotona… la comprereste voi una Ferrari per andarci solo a 20 km/h? Non credo proprio! Ringrazio Dio e tutti quei santi presbiteri che ho incontrato sul mio cammino
Un’altra voce in questo senso:
Se mi fossi fermato a pianificare, se avessi cercato di programmare io quando avere o non avere un bambino, non avrei messo al mondo uno dopo l’altro quattro figli, regolarmente in tutti gli anni pari, con preferenza per i mesi caldi di maggio e giugno (ottimo trucco per riciclare i vestiti dei fratelli maggiori, senza doversi preoccupare delle differenze di stagione). E uno o più dei miei figli oggi non ci sarebbero. Se a prevalere fosse stato il mio progetto, se avessimo seguito la logica del mondo, oggi almeno uno dei miei figli non ci sarebbe. Tutte le fatiche, le preoccupazioni, non intaccano una semplice evidenza: sono felice e grato che i miei figli ci siano, tutti e quattro, e che i miei progetti di “pianificazione famigliare” (espressione terribile) siano andati a rotoli, sostituiti dal Disegno di un Altro.
Oppure questa:
A noi, come a moltissimi amici che han praticato i metodi naturali, ha dato una spallata di generosità quando è arrivato quel “figlio in più” non cercato, anzi di indisponente sorpresa, che se oggi non ci fosse …. non riesco a immaginare oltre lo spaesamento che questa ipotesi mi genera.
Non sempre l’apertura alla vita è necessariamente estrema:
Ci sentivamo un po’ folli, temevamo di mettere al mondo decine di figli. Sappiamo di essere ancora folli agli occhi del mondo, ma di figli ne abbiamo poi avuti solo due: sono bellissimi e ormai maggiorenni. Abbiamo dovuto sacrificarci un po’, fare un po’ di fatica e abbiamo avuto inizialmente qualche cedimento, ma poi il nostro amore è cresciuto e maturato di pari passo con la nostra fede. La nostra unione è solida e ci amiamo. Negli anni abbiamo dovuto a volte limitare la componente passionale del nostro amore, ma, così facendo, non si è mai spenta e abbiamo continuato a desiderarci reciprocamente. Siamo consapevoli che non abbiamo fatto nulla di straordinario. Siamo una coppia piena di difetti, ma siamo ricchi dell’Amore che Dio ci ha donato e della certezza che quella decisione sia stata la nostra forza, il nostro segreto, e che ci abbia unito tanto. Ancora fatichiamo ma siamo ormai certi che ne vale la pena.
I medici non incoraggiano mai i metodi naturali:
Al mio terzo parto cesareo in sala operatoria il medico al mio rifiuto di chiudere le tube diede di matto e fece una bella scenata condita di offese e minacce…. Questo fatto mi turbò profondamente e mi portò a una depressione postpartum che durò diversi mesi accompagnata dal terrore puro di avere altri figli. Avevo desiderio però di essere fedele agli insegnamenti della chiesa in maniera responsabile ma volevo anche capire bene quanti e quali rischi correvo.
“Ti porto io da un bravo medico” mi propose un’amica. Il “bravo” medico, un vice primario alquanto blasonato, si rivelò essere il medico che mi aveva terrorizzato in sala parto, il quale in quella visita privata alla modica cifra di 140€ mi disse che nel mio caso (cartelle cliniche alla mano) potevo tranquillamente avere un eventuale quarto cesareo….
Non ebbi altri figli per molto tempo, come a sottolinearmi che la vita non è nelle nostre mani ma nelle mani di Dio, dopo 11 anni alla soglia della menopausa e nata Miriam Benedetta.
Ecco l’autorevole testimonianza del dottor Helmut Prader, dall’Austria
Io suppongo che un teologo come Maurizio Chiodi non conosca affatto il modo di vivere secondo la RNF. Annacquando l’insegnamento di HV i risultati drammatici della contraccezione non si attenueranno di sicuro. Bisogna invece aspettarsi altre coppie ferite quando non si attengono più alla tradizionale dottrina di HV.
(Nell’area di lingua tedesca) quasi tutte le coppie – anche cattoliche – vivono una qualche forma di contraccezione. Non hanno altra scelta perché quelli che avrebbero dovuto sapere hanno taciuto per decenni nell’intento di cambiare la dottrina. È piuttosto grave se alcuni affermano che “praticamente nessuno” segue l’insegnamento della Chiesa e perciò tale dottrina è superflua, mentre essi stessi sono corresponsabili che tale dottrina non sia stata insegnata.
Questa mi sembra una storia emblematica:
Soli, seppure in vite di serie A, io col mio lavoro ben pagato e le amicizie e le storie e tante cose da potermi comprare per riempirmi la vita; mio marito, musicista con una carriera promettente e un discreto viavai affettivo… soli. E infelici. L’annuncio del Vangelo ci ha fatti passare dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita. Quando ci siamo incontrati, innamorati e poi sposati, ci siamo detti: il Signore non ci ha dato fregature, non ci deluderà adesso. Così ci siamo aperti subito alla vita, figlio dopo figlio, fino al terzo. Insieme ai figli sono arrivate le grazie, tantissime, ma anche le difficoltà, le crisi e le incomprensioni. Il demonio, che esiste, anche se non tutti, persino nella chiesa, ne parlano, ci attendeva, come leone ruggente alla porta, pronto a divorarci. Soprattutto me, affaticata dalle gestazioni, dai parti, dagli altri figli da accudire, senza aiuti, senza asili nido, senza nonni a tutto servizio. Ci siamo chiusi alla vita e tutto è diventato un inferno; eravamo una perfetta azienda di gestione bambini, ma non ci capivamo più, soprattutto non capivamo più cosa Dio volesse da noi, con tutti questi figli… Ma, grazie a Dio, non ci siamo scoraggiati, siamo andati dal medico giusto: la Chiesa, che senza paura e senza giudicare le nostre fragilità e i nostri peccati ci ha accolti come fa una madre con i suoi figli; attraverso i presbiteri, ma soprattutto i catechisti, che nel cammino di fede sono garanti per noi davanti a Dio, abbiamo ricevuto parole di vita eterna. Ci hanno predicato la bellezza dell’Humanae Vitae e noi abbiamo creduto che quella parola profetica di Paolo VI era per noi parola viva. Io stavo lasciando mio marito, i figli, la casa, tutto. Proprio in quel momento, ho scoperto di aspettare il nostro quarto figlio. Un miracolo. Il figlio che Dio ci mandava proprio mentre io pensavo che il mio matrimonio fosse morto; un bambino è stata l’ultima parola del Signore, quando io avevo già messo la parola fine. Nostro figlio si chiama Paolo e ogni volta che lo vedo, vedo il miracolo che Dio ha compiuto in me e la sua immensa misericordia.
Annunciamo questo senza paura, le coppie hanno bisogno di questa bellezza. Io ho avuto bisogno di questa bellezza e grazie a Dio ho trovato persone che non hanno avuto paura di annunciarmela.
Concludo la mia breve rassegna con una testimonianza piena di speranza e di allegria!
Durante il mio ultimo anno di scuola superiore a 19 anni sono rimasta incinta di un ragazzo con cui uscivo da meno di un anno, non di certo per apertura alla vita, per disattenzione direi.
Lui casualmente, ma di casuale non c’è niente, proveniente da una famiglia non praticante da pochi giorni aveva iniziato ad avvicinarsi alla chiesa.
Tutti, apparte la mia famiglia, mi dissero di abortire compresi il mio ragazzo e la sua famiglia.
Il signore in quel momento è entrato con potenza nella nostra vita indicandoci la strada da seguire, abbiamo accolto la vita che ci era stata affidata e ci siamo affidati a nostra volta al signore, totalmente, perché non avevamo gli strumenti per portare avanti quello che ci stava succedendo con le nostre forze.
Così il signore permise che lui entrasse a far parte della chiesa e che io iniziassi veramente a esserne parte viva, non una semplice spettatrice.
Continuammo a vivere separati durante e dopo la gravidanza fino a che, dopo un lungo percorso, molte riflessioni e molte preghiere, decidemmo di sposarci. La piccola aveva 10 mesi e finalmente eravamo una vera e propria famiglia.
Il Signore ha di nuovo agito con potenza nella nostra vita dandoci la grazia di rimanere aperti alla vita nonostante la nostra situazione di precarietà economica, concepimmo subito una nuova bambina e tra quattro mesi circa nascerà e mai, mai la nostra vita è stata più felice di adesso, nonostante le difficoltà, la fatica, la paura, i dubbi. Perché abbiamo come garante della nostra vita Gesù Cristo, non i soldi, il figlio di Dio che è morto e risorto per noi è per i nostri peccati regalandoci la vita eterna e la reale possibilità di viverla oggi, con lui, sulla terra, se solo gli diamo la possibilità di entrare nelle nostre vite, senza mettergli freni o bloccarlo su binari da noi prestabiliti.
Costanza Miriano