Tredici raccomandazioni ad altrettanti stakeholder per promuovere le cure palliative a livello globale: è il White Book frutto del progetto Pal-Life della Pontificia Accademia per la vita (Pav), lanciato lo scorso febbraio in Vaticano e ora (ottobre) pubblicato dal Journal of Palliative Medicine. Per il presidente dell’Accademia, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, “attraverso questo progetto l’Accademia spera di promuovere una maggiore sensibilità nelle comunità cristiane e nella società civile sullo sviluppo delle cure palliative ovunque” e auspica “di interagire con le altre istituzioni accademiche e organizzazioni scientifiche per la loro promozione”.
“I responsabili politici devono riconoscere il valore etico e sociale delle cure palliative e modificare le politiche delle strutture esistenti e le misure di outcome dell’assistenza sanitaria per consentire l’accesso universale” a queste cure “per tutti i pazienti con malattie croniche progressive prima della morte”, è la prima raccomandazione del Libro bianco. Alle università il documento chiede di prevedere corsi di formazione obbligatori, e ai farmacisti di predisporre dosaggi non standard e formulazioni economicamente accessibili. Le associazioni professionali dovrebbero “sostenere il ruolo di promozione a livello nazionale di dichiarazioni e orientamenti politici regionali e internazionali”. Alle autorità farmaceutiche la richiesta di rendere disponibile la morfina, farmaco d’elezione per il controllo del dolore oncologico, in formulazione orale a rilascio immediato.
Coinvolti anche i media nella creazione di “una cultura della consapevolezza su malattia avanzata e ruolo delle cure palliative”. Gli Stati membri dell’Oms “sviluppino politiche e procedure per attuare la risoluzione 67/19 dell’Assemblea medica mondiale come parte integrante delle loro strategie”. Alle istituzioni religiose la raccomandazione di includere l’assistenza spirituale nelle cure palliative assicurando la presenza di assistenti e/o cappellani. Destinatari di raccomandazioni anche gli ospedali, che “dovrebbero offrire a costi accessibili i farmaci di base, in particolare la morfina, inserita nell’elenco dei farmaci essenziali dell’Oms, e i pazienti ai quali offrire “una campagna di alfabetizzazione sanitaria”. Mobilitati, infine, operatori sanitari, organizzazioni benefiche e per i diritti umani.
(Agenzia Sir)